Fake Sud? No, grazie



Marco Esposito scrisse un libro, qualche anno fa. SEPARIAMOCI era il titolo. Proponeva una "secessione di velluto" tra nord e SUD italia, simile a quella tra Cechi e Slovacchi. Indagò le possibilità costituzionali di autonomia, di referendum, di macroregione.
Fu, a dirla tutta, una lettura parzialmente interessante, perché mancava di una cosa fondamentale: fuoco.
Era un libro freddo, privo di mordente, interessato più ai cavilli che alle passioni. SEPARIAMOCI era un buon libello, senza infamia e senza lode.

Anni dopo, Marco Esposito torna in libreria con un altro "libro meridionalista": FAKE SUD. Pensavo di acquistarlo: non bisogna mai criticare prima di conoscere. Ho deciso, però, di desistere. I miei soldi verranno spesi per qualche altro libro, o magari per un bel disco.
Il motivo? FAKE SUD si fregia (???) della prefazione di Alessandro Barbero, noto storico e presenzialista tv. Barbero, nato a Torino, è famoso per la sua avversione al mondo del meridionalismo. E' tecnicamente un negazionista: nega quanto è accaduto al lager di Fenestrelle, nega i primati del fu Regno delle Due Sicilie, nega l'invasione piemontese ai danni del regno borbonico, nega che la sedicente Unità d'Italia abbia aumentato le differenze tra nord e SUD, sfavorendo i "meridionali" a tutto favore dei "nordisti".
Ovviamente, per Barbero tutti i meridionalisti sono neoborbonici. A lui non interessa se io voglio il ritorno di un sovrano della Famiglia Borbone, se voglio una repubblica indipendente del Sud, se voglio semplicemente un'Italia più equa e solidale. Per Barbero sono e sarò sempre un neoborbonico. A prescindere, direbbe Totò.

Per questo motivo, non finanzierò l'ultima fatica di Marco Esposito. Da anni non condivido il percorso che il giornalista, con un passato di assessore al Comune di Napoli, ha intrapreso nei confronti della mia Città, della mia Terra, del mio Popolo. Questo, però, non è un problema in sé: il mondo meridionalista è vario e variegato, purtroppo fin troppo diviso; nessuno è depositario della verità, quindi ognuno può scegliersi il percorso che preferisce. La scelta di offrire a Barbero l'ennesima tribuna per i suoi sproloqui negazionisti, però, è una dichiarazione di addio a ogni percorso comune. 

"Fattel' cu chi è mejo 'e te, e facce 'e spese!", diceva mia nonna. Marco Esposito è libero di farsela con chi vuole e, quindi, può farsi scrivere le prefazioni ai suoi libri da chi vuole. Se, però, sceglie un negazionista nemico del SUD, noi siamo parimenti liberi di non spendere un euro, una lira o un tornese per acquistare il suo libro.

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