"perché non ripristinare fin dall'Università una sorta di Erasmus tra regioni del sud e del nord? Perché un napoletano non può farsi sei mesi al Politecnico di Torino e un torinese sei mesi a Napoli o a Palermo per studiare archeologia, arte, cultura o diritto?"
Una grande idea, non c'è che dire. Innovativa, rivoluzionaria, stilosa, trendy. D'Azeglio lo aveva detto: fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani. Un secolo e mezzo dopo, Santori e le sardine ci mostrano la via maestra per fare gli italiani: l'Erasmus nazionale.
Voci di corridoio raccontano di una Lega entusiasta. "Perché non mettere su anche un Erasmus regionale? Non sarebbe bello, per uno studente di Parma, passare sei mesi a Riccione?". Probabilmente si, se i sei mesi in questione sono quelli che vanno da Aprile a Ottobre. Decisamente no, se sono gli altri sei. Cazzo ci fai in Romagna, a febbraio?
Bisogna ricordare, però, che la proposta del Movimento delle Sardine non è affatto originale. Svariati anni fa, il Movimento del Rancio Fellone, a cui le sardine chiaramente si ispirano, avanzò una proposta - quella si! - davvero rivoluzionaria e lungimirante: fare l'Erasmus comunale. Il primo esperimento riguardò Bacoli e Cappella.
Chiunque conosca la storia di questi ameni luoghi, sa quali risultati si sono ottenuti.
Chiunque conosca la storia di questi ameni luoghi, sa quali risultati si sono ottenuti.
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