Il Consiglio dei Ministri che si è svolto ieri sera ha registrato l'assenza di Italia Viva. Le ministre renziane Bellanova e Bonetti hanno disertato l'importante incontro e la distanza tra il partito di Matteo Renzi e gli alleati di maggioranza si è plasticamente manifestata. "Non moriremo giustizialisti" è il grido di battaglia. Lodo Conte, riforma Bonafede, processo penale, prescrizione: su questo tema le truppe renziane non arretrano, creando parecchi problemi al governo ed evidenziando la fragilità di una parte della maggioranza. L'altra parte, quella del tandem Zingaretti - Conte, invece si sta compattando e questo è uno degli effetti collaterali che le azioni di Matteo Renzi stanno generando.
Ma cosa vuole Renzi? Le accuse di giustizialismo spinto rivolte ai cinquestelle e ai democratici ricordano non poco, persino nei toni, le storiche sortite di Berlusconi sui temi della giustizia, della prescrizione, dei processi. In tanti, quindi, scorgono il tentativo di Renzi di accaparrarsi quella fetta di elettorato che, dopo aver votato vent'anni Silvio da Arcore, potrebbe preferire Matteo da Rignano sull'Arno alla truce accoppiata Salvini - Meloni. Nell'area di centrodestra c'è sempre stata grande simpatia per Renzi: si ricordi, a tal proposito, "The Royal Baby", il libro di Giuliano Ferrara in cui Renzi veniva presentato come erede di Berlusconi.
Strategia politico-elettorale, quindi? Se fosse così, le posizioni di Italia Viva, per quanto poco condivisibili da chi scrive, potrebbero comunque avere i crismi della dignità.
Si aggira, però, un altro spettro tra i palazzi del potere. Uno spettro che, lungi dall'essere mosso da ragionamenti politici, è interessato a cose molto più terrene: le poltrone. Ci sono circa quattrocento nomine da fare, all' Eni all’Enel, passando per Terna, Leonardo, Poste e tante altre. Ci sono presidenti e amministratori delegati da piazzare e pare che alla prima riunione su questi temi Matteo Renzi non sia stato invitato. A tavola si erano seduti solo Zingaretti, Conte, Gualtieri e Fraccaro. Sappiamo tutti che un partito appena nato, come Italia Viva, abbia assoluta necessità di essere attrattivo: non solo per gli elettori, ma anche per i notabili, per gli uomini di potere. Essere renziano, oggi, apre o chiude le porte? Aumenta o diminuisce le possibilità di carriera?
Se questa seconda ricostruzione non è tanto lontana dalla realtà, allora tutto è più chiaro: basta aggiungere un posto a tavola e il problema è risolto.
Almeno per questa volta.
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