Se "Smells like teen spirit" è stato il manifesto della mia generazione, "Smells like my vagina" rischia di diventare il manifesto di questi tempi balordi. Tempi in cui una famosa attrice decide di realizzare una candela profumata e, dopo una attenta analisi di mercato, di chiamarla "L'odore della mia vagina". 75 dollari al pezzo, già tutto esaurito in ventiquattro ore.
Leggenda vuole che il profumiere Douglas Little abbia proposto a Gwyneth Paltrow una miscela di geranio, bergamotto agrumato e assoluti di cedro alla rosa damascena e ai semi di ambretta. "Profuma come la mia vagina", avrebbe detto l'attrice. Da qui, il capolavoro di marketing.
Allontaniamo subito il bigottismo montante che tenta la crocifissione social della protagonista di Sliding Doors: se migliaia di persone buttano nel cesso 75 dollari per comprare una candela profumata che afferma di avere l'essenza della vagina di Gwyneth Paltrow la colpa non è di quest'ultima, ma di quelle migliaia di gonadi ambulanti. Vorrei conoscerne una, giusto per poter perfezionare la mira del mio "Sputo nell'Iride", disciplina nella quale mi sto specializzando in attesa che venga ammessa alle Olimpiadi. Mi incuriosisce, poi, la determinazione del prezzo: perché 75 dollari? Quella di Angelina Jolie varrebbe di più o di meno? E l'essenza estrapolata dal rosso costume dell'indimenticata bagnina C.J. Parker, al secolo Pamela Anderson, quante centinaia - pardon, migliaia - di dollari può valere?
Venendo all'Italia, il pensiero corre subito a quello stormo di oligofrenici capaci di spendere fino a 650 euro per vedere Chiara Ferragni truccarsi. Quanto spenderebbero per l'Eau de Fregn della Ferragni? E quanti calciofili italioti sarebbero pronti a spendere per la candela all'essenza delle mutande di Wanda Nara?
Considerando che queste persone votano e che il loro voto vale quanto quello dei normodotati, attendo l'Apocalisse senza speranza di trovar risposta a queste preguntas.
Hasta el meteorito, siempre!
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