No, non sono d'accordo con mister Mihajlovic. Se vivessi in Emilia - Romagna non voterei mai per quella là... come si chiama... si, insomma, la candidata di Salvini.
Provo, però, a capire perché un serbo, che ha sempre manifestato orgogliosamente di essere Jugoslavo, che ha sempre rivendicato l'esperienza di Tito e Milosevic, possa sostenere la candidata di Salvini.
Provo a capire perché un uomo, che ha visto la propria casa ridotta in macerie dai bombardamenti avallati anche dalla sedicente Sinistra italiana allora al governo, possa non avere fiducia negli eredi di quella esperienza.
Provo a capire perché un uomo che baciava una bandiera con una stella rossa al centro oggi non si fidi di chi idolatra la bandiera dell'Unione Europea.
Provo a capire perché un uomo che si è sempre definito socialista non sostenga la sinistra liberale e liberista italiana.
Ecco. Io non sono d'accordo con mister Mihajlovic e credo che sia in errore se pensa che le cose in cui crede siano rappresentare da Salvini. Gli consiglierei caldamente di ascoltare El Trenza Palacio, del quale leggo dichiarazioni totalmente aderenti al mio pensiero (sempre che siano vere, perché puzzano di bufala...).
Provo a capire, però.
Penso alla Serbia e la mia testa - forse funziona male, chissà - subito corre al mio Sud.
Penso a Belgrado, e mi viene in mente Napoli.
Non sono d'accordo, Mister.
Ma forse... e dico forse... ti capisco.
"Ho vissuto con Tito, sono più comunista di tanti...Slavi, cattolici, ortodossi, musulmani: solo il generale è riuscito a tenere tutti insieme. Con Tito esistevano valori, famiglia, un’idea di patria e popolo. Quando è morto la gente è andata per mesi sulla sua tomba. Con lui la Jugoslavia era il paese più bello del mondo. Sotto Tito t’insegnavano a studiare, per migliorarti, magari per diventare un medico, un dottore e guadagnare bene per vivere bene, com’era giusto. Oggi lo sapete quanto prende un primario in Serbia? 300 euro al mese e non arriva a sfamare i suoi figli. I bimbi vedono che soldi, donne, benessere li hanno solo i mafiosi: è chiaro che il punto di riferimento diventa quello."
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