Sui muri di via Bellini


 

A Piazza Bellini ci siamo capitati tutti. Chi per un aperitivo, chi per una visita al Caffè Letterario, chi per andare al teatro poco distante. 
A Via Vincenzo Bellini, una strada pedonale adiacente alla omonima piazza, ci sono due statue leonine. Intorno è un proliferare di murales ultras, alcuni dei quali di ottima fattura.

A pochi metri dai leoni c'è una scritta. Lo stile non sarà dei migliori, la grafica non è particolarmente accattivante, eppure ogni volta che giochiamo con l'Atalanta penso a quella sera di tanti anni fa in cui mi imbattei in quella scritta.

Accadde alla vigilia di un Napoli - Atalanta in serie B. Ai tempi, il capitano dei bergamaschi era Cristiano Doni. Andai a bere qualcosa con gli amici proprio lì, in quella stradina. Vidi quella scritta e pensai alla partita della serata successiva. Quella scritta mi caricò enormemente.

La sera dopo ero in mezzo ai Fedayn. Era fine febbraio, faceva freddo. Si alzò uno di loro (chi conosce, sa di chi sto parlando), si mise sulla balaustra e prese il megafono in mano: "All'andata ci hanno cantato novanta minuti di Napoli Colera. Stasera dobbiamo massacrarli. Le mani alte, forza! Gesticolate!". Le mani si levarono al cielo, in attesa del coro. E poi di un altro coro. E poi di un treno. 

Segnò Stellone, dopo una decina di minuti. Le gradinate esplosero. L'ultras di cui sopra si tolse felpa e maglietta e rimase a torso nudo per tutta la partita. Facemmo un tifo indiavolato.
Vincemmo uno a zero. E io tornai a casa senza voce. 
Come al solito.


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