A due facce.
Probabilmente sarà sempre così, in questa stagione. La continuità sarà una chimera, irraggiungibile e necessaria.
La risolvono Diego e Ciro. Entrati a partita in corso. La Samp ci aveva fatto l'omaggio di presentarsi in campo alle 21, regalandoci un quarto d'ora. Due a zero, partita in ghiaccio per una squadra in salute.
Il Napoli, però, è ancora convalescente. Tossisce a tratti, permettendo ai Doriani di rientrare in partita. Quagliarella ne fa uno brutto, come al solito. Che cazzo di giocatore, guagliú.
Dopo l'intervallo, il veleno ce l'hanno solo i blucerchiati. E questo non va bene. Loro sbavano, schiumano, ruggiscono. Noi fatichiamo. Troppo.
Meno male che Ringhio ingarra i cambi: fuori un buon Lobotka e un mediocre Callejon, dentro Demme e Mertens. Diego sempre lì, lì nel mezzo. Non si passa più. La Samp deve girare al largo o alzare la palla.
Ciruzzo invece si mette dietro Milik e impedisce ogni uscita bassa. La Samp si perde, il Napoli si ritrova, Mario Rui comincia a litigare pure con la sua stessa ombra. Si rivede il veleno. Quando la partita sembrava esserci sfuggita, torna nostra.
Tre punti. Meno dieci alla salvezza, penserà Gattuso. E fa bene.
P. S. Persino a Sky si sono accorti dei soliti, beceri, infami cori. Peccato che l'arbitro sia stato sordo. Ricordo ad inizio stagione le promesse, anzi le minacce, di tolleranza zero in questi casi. E invece...
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